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Trento, 15 novembre 2007
BOATO: DELLAI NON ESERCITA RUOLO POLITICO
Il deputato interviene sulla politica provinciale e replica al governatore veneto: problema mentale
dal Corriere del Trentino di giovedì 15 novembre 2007

Il problema politico interno alla maggioranza Marco Boato lo aveva sollevato già la scorsa primavera. Poi lo aveva riproposto nella riunione di settembre. Ora, dopo «la sconfitta annunciata» di Avio, torna a sferzare la coalizione e il presidente Dellai. «Manca una leadership politica, un senso collegiale di responsabilità e un progetto sul futuro del Trentino. Si pensa solo a quest'ultimo anno di governo». Poi lancia un avvertimento: «Indipendentemente dalla tenuta o meno del governo Prodi, ci si guardi da tentativi neocentristi. L'elettorato li punirebbe».

Boato, partiamo dalla cronaca di oggi. Galan le dà del terrorista.
«È un problema che riguarda esclusivamente il suo equilibrio mentale. Sa fare politica solo con l'insulto».

Cambiamo argomento. Qual'è lo stato di salute della coalizione in Trentino? Avio è stato un incidente di percorso o il segnale di un problema?
«Avio viene dopo Nago-Torbole, Mori, Ala, Rovereto, Lavis. La sconfitta in quel Comune, che giustamente viene definita una «sconfitta annunciata», era talmente prevedibile che ho ritirato la nostra lista. Ora è preoccupante che si reagisca infilando la testa sotto la sabbia. O si sta cercando un alibi, o si è incapaci di leggere la situazione».

E qual'è la situazione a suo giudizio?
«Manca strategia politica. Si pensa solo a portare a termine quest'ultimo anno di legislatura e i confronti interni alla coalizione s'incentrano solo sulle scelte di governo. Ora Dellai fa un richiamo alla riflessione politica, ma mi pare un richiamo tardivo».

Deluso dal governatore?
«Sul piano del governo ha bene amministrato, ma manca l'esercizio di una leadership politica».

Suona strano criticare Dellai sul tema della leadership.
«
Forse perché si dimentica che lui non è solo il presidente della Provincia, ma anche il leader della coalizione. Una cosa ben diversa. L'esercizio della leadership politica significa un di più di coinvolgimento degli alleati, non vuol dire agire come un autocrate. Forse si sente politicamente in difficoltà a causa di due recenti insuccessi: la sconfitta al congresso della Civica e il risultato sotto le aspettative della candidatura di Letta in Trentino. Poi ci sono i problemi della coalizione».

Ossia?
«In primo luogo il Patt, che pur essendo nostro alleato in Provincia, ad Avio si presenta con il centrodestra. Manca un senso collegiale di responsabilità politica. Il tutto ammantato dalle vicende di un Partito democratico non decolla e che nasconde l'assenza di un vero dibattito sul futuro che vogliamo per il Trentino».

Non le pare che, a fronte di un dibattito politico pressoché assente all'interno della coalizione, ci si dia un gran daffare per immaginare un'alternativa a questa coalizione?
«Tentazioni centriste ce ne sono. Io lo definirei il richiamo della foresta della prima repubblica. Ma tutte le operazioni regressive sono già state sconfitte dagli elettori».

Si fa un gran parlare di incontri sulla linea di confine che separa le due coalizioni.
«Io credo che ci sia sì bisogno di rafforzare il versante di centro, ma senza dimenticarsi della sinistra. Anche lì possiamo perdere consensi. Detto questo, Malossini è un uomo del centrodestra e noi siamo il centrosinistra autonomista. Dimenticare questo significa fare operazioni trasformistiche».

Non le sembra anche che in entrambi i poli si sia molto concentrati sulla tenuta del governo Prodi? C'è chi pensa che di fronte ad una debacle sul fronte nazionale il centrosinistra trentino dovrebbe «superare gli schemi». Che ne pensa?
«Sarebbe irresponsabile e suicida sentirsi le mani libere con la caduta del governo Prodi. Di fronte a tentativi neocentristi non avrei esitazione ad intraprendere atti di rottura politica».

 

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